martedì 1 aprile 2014

Metodo Mézières o posturale: non confondiamola con la ginnastica

Facciamo della chiarezza su un argomento tanto diffuso e al contempo tanto frainteso: la posturale. E’ un grave errore definirla “ginnastica posturale” poiché i due termini sono l’uno l’opposto dell’altro: là dove la ginnastica tende a tonificare e accorciare un muscolo, la posturale tende ad allungarlo sino al punto di tensione massima, per rompere tutti gli schemi corporei imposti da movimenti ripetitivi e sbagliati che riempiono in nostro quotidiano; ma procediamo per piccoli passi.
Trattamento posturaleColei che decodificò le regole alla base della scuola posturale è Françoise Mézières, una fisioterapista francese che dedicò gran parte della sua vita allo studio dell’anatomia umana e alla creazione di specifiche leggi alla base del metodo, che con gli anni si diffuse e prese per l’appunto il suo nome, metodo Mézières. Dai suoi studi e tramite i suoi allievi, il metodo si è diffuso in tutta Europa, e da questi nacquero diverse derivazioni: l’RPG rieducazione posturale globale di Souchard, l’Antiginnastica di Therese Bertherat, e così via.
Le caratteristiche base per distinguere una vera seduta di posturale sono semplici, ma alle volte rarissime da riscontrare:
  • La seduta è sempre individuale: il medico o il fisioterapista per seguirvi ha bisogno di molta attenzione nella lettura di ogni movimento del vostro corpo, per quanto millimetrico; sarebbe dunque impossibile dividere l’attenzione tra due o più soggetti.
  • Il paziente è in posizione supina, sdraiato su una superficie ben rigida come il pavimento con lo sguardo rivolto verso il soffitto.
  • Le gambe del paziente, ben stese, formano un angolo di 90° con il ventre; nel caso questo richiedesse troppa difficoltà, si cercheranno posizioni intermedie per raggiungere questo allungamento.
  • L’operatore insegna la cosiddetta “respirazione paradossa“, l’esatto opposto della nostra respirazione fisiologica: inspirando verrà richiesto di sgonfiare la pancia, e in espirazione di gonfiarla, al fine di sfruttare al massimo il lavoro del diaframma.
Il percorso risulta per il paziente molto doloroso, specie nelle primissime sedute: la tensione che si tenterà di raggiungere creerà dei veri e propri piccoli strappi nei muscoli, a causa del loro eccessivo accorciamento. Tuttavia è proprio la tensione dei muscoli corti che con il tempo e gli anni porta prima ai dolori di schiena, e successivamente a vere e proprie deformazioni ossee. E’ un metodo duro e impegnativo, sia per paziente che per l’operatore, ma assolutamente efficace se applicato con rigore e coscienza professionale.
Non esistono persone a cui una seduta di posturale non gioverebbe: al limite è possibile distinguere coloro che ne hanno più necessità di altri.

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