Le case farmaceutiche e l’offerta della salute
Le case farmaceutiche, sono aziende che si occupano della ricerca, della produzione e della commercializzazione dei farmaci.
I profitti delle case farmaceutiche, provengono in gran parte dalla brevettabilità dei farmaci, è per questo che è in atto una vera e propria battaglia, dove chi ha interesse a fare buisness in questo campo, tenta di svalutare o screditare, i metodi e le terapie naturali.
La condizione di guadagno infatti, dipende in larga misura dai brevetti, le terapie naturali, non solo sono scarsamente brevettabili, avrebbero margini di profitto più bassi in quanto facilmente reperibili in natura.
Per capire l’enorme giro d’affari legato alle case farmaceutiche, basti pensare che solo nel 2010 il loro fatturato si aggirava intorno ai 610 miliardi di Euro, di cui 25 miliardi provenienti dal mercato italiano.
In Italia la spesa media pro capite sui farmaci è di 300 euro l’anno, una cifra che si va ad inserire in un quadro di mercato che in Europa è arrivato a toccare punte del 10% dei consumi e del 15% negli U.S.A.
In un articolo pubblicato dal Fatto Quotidiano nel 2011, Gianfranco Domenighetti, docente di Comunicazione ed Economia Sanitaria dell’Università della Svizzera italiana, spiega che “l’importante non è riuscire a vendere più medicine ai soliti malati, ma sensibilizzare le persone a nuovi consumi in nome di una presunta attenzione alla salute”, in che modo? ”Basta gonfiare l’importanza di una malattia o inventarsela di sana pianta”.
In un articolo pubblicato dal Fatto Quotidiano nel 2011, Gianfranco Domenighetti, docente di Comunicazione ed Economia Sanitaria dell’Università della Svizzera italiana, spiega che “l’importante non è riuscire a vendere più medicine ai soliti malati, ma sensibilizzare le persone a nuovi consumi in nome di una presunta attenzione alla salute”, in che modo? ”Basta gonfiare l’importanza di una malattia o inventarsela di sana pianta”.
Il professore continua invitando i lettori a meditare sull’utilità di screening e campagne di prevenzione di massa, perché le malattie, sono più o meno sempre le stesse e “ solo il 2,4% dei farmaci immessi sul mercato dal 1981 al 2008 rappresenta un vero importante progresso terapeutico, mentre l’80% non sono che copie dell’esistente, a eccezione del prezzo che di regola è triplicato”.
Un altro aspetto bollente legato al mercato della salute, è sicuramente il tema della corruzione, in molti negli ultimi decenni hanno accusato governi, mass media e la comunità scientifica di complicità con le case farmaceutiche, che in realtà non hanno interesse a debellare le malattie, infatti se ci fosse un reale intento di salvaguardare la salute, il mercato dei farmaci si ridimensionerebbe drasticamente.
In un articolo pubblicato su Janus nel Marzo 2013, Domenighetti, parlando della corruzione nei sistemi sanitari, afferma che “Il settore sanitario è considerato una miniera d’oro per la frode e la corruzione. Ciò è dovuto al fatto che esso è probabilmente il settore di più largo consumo di beni e servizi caratterizzato dalla complessità, dall’incertezza, dall’asimmetria dell’informazione a tutti i livelli, dalla qualità poco misurabile, dall’opacità e dalla mancanza di trasparenza delle decisioni (cliniche, organizzative, di investimento, ecc.).
Inoltre, il settore sanitario è considerato socialmente prioritario poiché ha l’ambizione di soddisfare i bisogni di cure medico-sanitarie delle popolazioni di riferimento.
Questi fattori generano negli attori un alto livello di “opportunismo” rendendo difficilmente controllabile (se non del tutto incontrollabile) il loro agire.
Ciò facilita l’implementazione dei conflitti di interesse, della frode e della corruzione”.
Inoltre, il settore sanitario è considerato socialmente prioritario poiché ha l’ambizione di soddisfare i bisogni di cure medico-sanitarie delle popolazioni di riferimento.
Questi fattori generano negli attori un alto livello di “opportunismo” rendendo difficilmente controllabile (se non del tutto incontrollabile) il loro agire.
Ciò facilita l’implementazione dei conflitti di interesse, della frode e della corruzione”.
Insomma, anche se le voci fuori dal coro ci sono, sembra che le questioni legate alla salute rimangano troppo spesso ammantate da un velo poco chiaro e in tutto questo le multinazionali farmaceutiche continuano la loro azione di vendita senza essere messe troppo in discussione, in un mercato che pare non aver troppo risentito della crisi: perché l’importante è la salute.
Di certo ci stiamo avviando verso un modello pianificato a tavolino, in cui nessuno è escluso da un processo di normalizzazione di ciò che solo pochi anni fa sarebbe stato ritenuto immorale, basti pensare alla nuova massiccia tendenza di somministrare psicofarmaci a donne insoddisfatte, mariti disoccupati e bambini troppo vivaci.
L’industria farmaceutica, offre la salute e la felicità a milioni di persone, ecco perché, ora ci troviamo in una situazione di dipendenza da parte di queste aziende, che sono riuscite ad imporsi come unica risposta in gran parte dei sistemi sanitari nazionali del mondo.
Se da un lato non ci si può esimere dall’incoraggiare la ricerca scientifica orientata al bene comune, rimane incontestabile, visti anche i numerosi casi giudiziari legati alla responsabilità sulla paternità di farmaci inefficaci e cancerogeni, la presenza di una azione di mercato che non tiene in considerazione il rispetto per la vita.
La tabella presente nell’articolo è stata inserita da Wikipedia-Enciclopedia Libera e fa riferimento alla classifica delle case farmaceutiche più importanti del mondo e al loro fatturato.
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