martedì 18 marzo 2014

Ortodonzia naturale: dai classici "bite" ai metodi Soulet-Besombes-Planas

Ortodonzia naturale o Bio-ortodonzia

La BIOrtodonzia è una alternativa reale ed economica agli apparecchi ortodontici e tiene conto non solo dei denti e dell’estetica ma anche della salute globale, in senso olistico, dell’individuo.
La BIOrtodonzia è una terapia occlusale in alternativa al “Bite”, ma in grado di risolvere i sintomi in modo stabile e risolutivo.La BIOrtodonzia rappresenta la connessione tra l’equilibrio della bocca, il corpo e la psiche. La BIOrtodonzia è una tecnica terapeutica che può dare risultati sorprendenti e positivi a livello del cranio, del viso e delle emozioni.

Con la BIOrtodonzia si può dire finalmente addio agli apparecchi ortodontici tradizionali: simile, ma non identico all’attivatore classico, quello da “masticare” utilizzato anche dai “dentosofi”, ma con opportune modifiche strutturali, è in grado di armonizzare cranio-corpo e psiche, con risultati sorprendenti nella maggioranza dei casi.
In ortodonzia tradizionale, nonostante le intenzioni siano nobili – ossia rimettere al loro posto i denti – ci si limita, spesso, solo a ottenere un sorriso più bello, dimenticando il rapporto cranio-occlusale nel quale sono necessariamente coinvolti anche i denti, specialmente se spostati meccanicamente con forze incontrollate.

Si sottovaluta, inoltre, che ogni spostamento dentale non si limita solo a generare modificazioni estetiche, ma tutto ciò può influire pesantemente sulla salute psico-fisica della persona!Infatti, se le ossa craniche sono posizionate in modo corretto e possono muoversi fisiologicamente in modo adeguato, non si avvertirà nessuna disfunzione posturale; invece, se ciò non è consentito, la disfunzione craniale si trasformerà in una disfunzione posturale inducendo, a sua volta, sintomi più o meno marcati. Tra questi: cefalee, dolori muscolari, stanchezza cronica, depressione, ernia del disco, acufeni, allergie, vertigini, dislessie, disturbi del sonno, dolori articolari e disfunzioni dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare).
È proprio grazie alla BIOortodonzia che molti bambini hanno evitato la “tortura” dell’apparecchio tradizionale con la possibilità di curare, insieme all’estetica, anche la salute del corpo intero.
Gli apparecchi “masticoni” utilizzati sono molto simili agli attivatori utilizzati in ”dentosofia”, ma sono leggermente perfezionati in maniera da ottenere, potenzialmente, risultati ancora più soddisfacenti. Come l’attivatore normale, anche il “masticone” (che si rifà al Metodo Soulet-Besombes-Planas),deve essere utilizzato di notte e un paio d’ore durante il giorno, per l’appunto “masticandolo” e anche semplicemente ”tenendolo in bocca” e anch’esso agisce sulla sfera psichica del paziente, in considerazione della stretta correlazione tra cranio-postura e psiche.

Mordicchiando delicatamente, ma per non piu’ di un paio di ore al dì, un apparecchio Soulet-Besombes-Planas modificato, si induce dolcemente l’armonizzazione dell’assetto mandibolare, rimettendo così in movimento la propria capacità di stabilire una corretta e più funzionale relazione con l’intero sistema: tramite l’approccio neuro-sensoriale si rimette così in movimento ciò che era bloccato.
Differentemente dagli apparecchi ortodontici tradizionali, che agiscono per via Sotto-corticale apportando solo a un cambiamento passivo, il “masticone” consente la maggior irrorazione dell’area  Corticale Tributaria,  portando a un attivo cambiamento individuale e cosciente con il contributo dell’IO. 
Un po’ di Storia
Nel 1953 il prof. Renè Soulet dell’università di Clermont-Ferrand e il prof. André Besombes dell’Università Parigina pensano a un apparecchio ortopedico funzionale in seguito denominato “Attivatore a doccia Soulet-Besombes”.
Nello stesso periodo, ma in modo del tutto autonomo, il prof. Pedro Planas delle università di Madrid/Barcellona, presenta al mondo accademico una “Placca a piste” corredata dalle proprie teorie sull’equilibrio della bocca formulando, con ciò, proprie leggi di riabilitazione neuro-occlusale (RNO).
Il metodo Soulet-Besombes trovò, sin da subito, ampia diffusione in Francia negli anni ‘60, per essere poi abbandonato a  favore dei ben più numerosi presidi terapeutici e commerciali molto più lucrativi e di origine americana, basati sui nuovi materiali appena introdotti in ortodonzia.
Purtroppo queste terapie ortodontiche “multi banda” o con “placche rigide” non riescono,  in buona percentuale dei casi, a risolvere il problema occlusale ma, altresì, interferiscono pesantemente con la postura del paziente. L’utilizzo di bite inferiori e/o superiori, morbidi e/o rigidi, anche se continuamente monitorati e ben tarati, magari con la collaborazione dell’osteopata, non convincono appieno in quanto consentono un margine di errore umano dovuto ai limiti di tolleranza, di soli pochi micron, sufficienti però a destabilizzare il Sistema Tonico Posturale.
Invece, il metodo Soulet-Besombes fornisce sempre più riscontri positivi sia riguardo ai risultati che per le testimonianze di numerosi pazienti entusiasti di una nuova sensazione di benessere indotta da  tale approccio terapeutico olistico. Inoltre, in molte situazioni si è riuscito a evitare, in caso di precoce utilizzo di tale metodo, l’estrazione seriale dei premolari e dei denti del giudizio, anche in quei pazienti in cui le tecniche fisse le stimavano quali inevitabili. 
Normalmente si riscontra che, conseguentemente alla ri-armonizzazione occlusale, segue un netto miglioramento della salute generale del corpo sia in senso fisico che psico-affettivo perciò, tale metodica olistica, può essere utilizzata su pazienti di ogni età.
Lo straordinario effetto ortopedico cranio-occlusale è fornito dalla speciale visco-elasticità del materiale di cui è composto il “masticone”. Infatti, il ri-posizionamento fisiologico della mandibola si associa all’azione sul mascellare superiore ed entrambi creano un “effetto armonico di ritorno”, direttamente sulle suture craniche, favorendo così l’azione di spinta sui “vettori” dentali  e di accrescimento osseo. Ormai, il seguente concetto è conosciuto e accettato scientificamente: tra osteopatia craniale e occlusione dentale vi è una netta corrispondenza a doppio senso.
Con ciò si può spiegare anche il meccanismo di azione del bruxismo: quando sono presenti problematiche occlusali e tutte le membrane sono in tensione anomala, si instaura un naturale ma deleterio meccanismo di difesa, che mira a scaricare attraverso i denti le tensioni accumulate affinché non creino danni peggiori; purtroppo, l’usura anomala dei denti che ne consegue, tende ad alimentare un “circuito chiuso” che si aggrava sempre di più!
Non è per caso che, i sintomi e i segni più frequenti riportati dai pazienti, associati alla terapia ortodontica classica, sono rappresentati da incubi ricorrenti e/o mancanza assoluta dei sogni, oppure fenomeni psichici eccessivi o comunque sgradevoli con iperattività mentale, difficoltà di concentrazione, diminuzione della creatività e problemi a occhi e orecchie; fortunatamente, tali sintomi sono i primi a essere abbandonati, dopo il “viraggio” da, una ortodonzia meccanica tradizionale, al metodo Soulet-Besombes-Planas e ai suoi “masticoni”!  

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