LA VITAMINA D E’ UNA SOSTANZA PIUTTOSTO ANOMALA. A differenza di altre vitamine, si comporta come se si trattasse di un ormone. Viene definita come un gruppo costituito da 5 pro-ormoni liposolubili, identificati nelle vitamine D1, D2, D3, D4 e D5. E’ necessario assumere determinati alimenti o integratori per assicurare il nostro fabbisogno quotidiano di vitamina D? La questione è molto delicata. Quando pensiamo alla vitamina D, richiamiamo alla mente cibi come i latticini, le uova, l’olio di fegato di merluzzo, il salmone o altri pesci che contengono una forma alimentare di vitamina D, oppure integratori da dover assumere per far fronte ad una carenza. Non tutti sono a conoscenza di come sia sufficiente una regolare esposizione alla luce del sole, anche di circa 10 minuti al giorno, per permettere al nostro organismo la produzione della vitamina D necessaria al suo corretto funzionamento. L’integrazione di vitamina D dovrebbe essere consigliata soltanto in caso di reali carenze, di particolari condizioni di salute o momenti della vita, e di impossibilità ad un’esposizione regolare alla luce solare, un’eventualità che colpisce soprattutto gli abitanti dei Paesi nordici. E’ infatti nel momento in cui i raggi solari colpiscono la nostra pelle che il nostro corpo può iniziare a sintetizzare la vitamina D. La vitamina D che ricaviamo dall’esposizione alla luce solare viene trasformata dal nostro corpo in una forma di vitamina D superattiva utile nella prevenzione di numerose malattie.
UN CASO PARTICOLARE E’ COSTITUITO DALLE DONNE IN GRAVIDANZA O ALLATTAMENTO E DEI NEONATI. Durante gravidanza e allattamento l’integrazione di vitamina D è obbligatoria? Un testo di riferimento utile in proposito è costituito dal volume “Figli Vegetariani”, del medico specializzato in pediatria Luciano Proietti. L’esperto sottolinea l’importanza di favorire l’assorbimento della vitamina D a livello intestinale tramite l’esposizione alla luce del sole.Ciò permette di evitare il rachitismo, una patologia che può presentarsi nei bambini e causare malformazioni a livello scheletrico e osseo. A suo parere, il fabbisogno alimentare di vitamina D dipende dalla quantità dell’esposizione alla luce solare. I lattanti dovrebbero essere esposti alla luce solare da 30 minuti a 3 ore alla settimana. Inoltre, l’assunzione di vitamina D tramite integratori nei lattanti potrebbe essere causa di sovradosaggio e di un eccessivo accumulo di calcio nell’organismo.Durante la gravidanza e l’allattamento, sia le madri che i bambini, per una maggiore sicurezza, dovrebbero tenere sotto controllo i livelli di vitamina D e valutare con un esperto la necessità di incrementare l’esposizione alla luce solare o di ricorrere eventualmente ad integratori o ad alimenti fortificati, in dosaggi adeguati, solitamente prescritti per prevenire il rachitismo neonatale. E’ bene infine sapere che, in condizioni normali, la vitamina D viene accumulata nell’organismo, e che quella prodotta durante i mesi estivi, grazie ad una maggiore esposizione alla luce solare, è generalmente sufficiente anche per il periodo invernale.
Fonte