lunedì 27 gennaio 2014

Fegato e farmaci: i più comuni effetti collaterali

Tra le migliaia di composti chimici con i quali l'organismo umano viene in contatto, uno spazio importante deve essere riservato ai farmaci.

Oggi in molti sono d'accordo sul fatto che il consumo attuale di tante categorie di farmaci è sproporzionato ai benefici che se ne possano trarre.
Emergono alla luce infatti sempre più evidenti e importanti - anche per i costi sociali che ne conseguono - le malattie e gli inconvenienti legati all'uso e all'abuso di farmaci: dallo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici alle reazioni allergiche, dalle insufficienze renali alle gastriti, dalle cefalee ai danni al fegato.

E' proprio il fegato infatti che filtra il sangue e lo libera anche dai residui dei farmaci assunti.

La maggior parte dei farmaci è in realtà eliminata dai reni, ma solo dopo che il fegato li ha resi idrosolubili, cioè in grado di sciogliersi nell'urina. Una parte più piccola, invece, è eliminata con la bile e riversata nell'intestino.


I farmaci più dannosi per il fegato

Tra i farmaci più frequentemente implicati nell'eventuale danno epatico troviamo: antibiotici, anestetici, tranquillanti, antidepressivi, antifebbrili, contraccettivi, anabolizzanti e molti altri.

L'eventuale danno epatico avviene inizialmente con un meccanismo diretto: il farmaco provoca lesioni e danni alle strutture e al funzionamento delle cellule. Col continuare delle somministrazioni, al danno diretto spesso si aggiunge quello molto più grave, dovuto allo scatenarsi di una reazione allergica, che tende poi ad automantenersi anche in assenza della sostanza che ha causato il danno. Le conseguenze fortunatamente non sono sempre gravi, ma in presenza di sostanze di sintesi rendono il fegato sempre appesantito, caricato di un lavoro straordinario, che può anche oltrepassare, sia pure momentaneamente, le sue capacità funzionali.

A questo proposito, è utile ricordare che esistono altre metodiche terapeutiche come l'omeopatia, la fitoterapia, l'idroterapia, l'alimentazione naturale ecc...che di solito non sono presentano effetti collaterali indesiderati. E' sempre bene comunque, per ognuna di esse, farne un uso oculato e rapportato alla gravità della malattia, magari sotto la supervisione di un medico esperto.

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