Un nuova attenzione agli effetti collaterali dei farmaci per bambini ci viene data da un recente studio danese, pubblicato sul "Journal of Child and Adolescent Psychopharmacology". I bambini che presentano un disturbo da deficit di attenzione/iperattività che assumono farmaci stimolanti hanno il doppio di probabilità di avere problemi cardiovascolari rispetto ai loro coetanei con lo stesso disturbo, ma che non assumono farmaci.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 8.300 bambini con diagnosi di Adhd censiti in un registro locale: circa i due terzi di essi assumevano il metilfenidato (farmaco stimolante usato per curare il disturbo).
Gli autori di questo studio ci tengono a precisare che in termini assoluti il rischio rimane molto basso, infatti, tra questi 8.300, 111 avevano ricevuto una diagnosi per una malattia cardiovascolare (pari allo 0,17%).
Dividendo i bambini in due gruppi (quanti ricevevano il farmaco e quanti non lo facevano), sono emerse differenze significative: in chi era trattato con metilfenidato le probabilità di aver ricevuto una diagnosi di patologia cardiovascolare erano 2,2 volte più alte.
Nonostante vengano esplicitamente citati tra gli effetti collaterali del farmaco anche i problemi cardiaci, ciò che ha sorpreso i ricercatori è stato osservare un fenomeno particolare: i bambini che al momento dello studio ricevevano le più basse dosi del farmaco avevano un più alto rischio di patologie cardiache.
Guardando agli ultimi 12 mesi però, le cose si invertivano, il rischio era più alto in quanti prendevano il farmaco a dosaggi più elevati.
Questi risultati sono stati un bel rompicapo per i ricercatori e potrebbe essere spiegato cercando di capire cosa è successo in quei 12 mesi.
In molti bambini il dosaggio del medicinale è stato abbassato e potrebbe essere questo ad aver aumentato il rischio di patologie cardiache.
Teoricamente, interrompere il trattamento può ridurre l'intervallo QT (una caratteristica dell’elettrocardiogramma che può essere indice di malattie cardiache) o provocare il riemergere di variabilità della frequenza cardiaca nei bambini con Adhd.
La sindrome del QT corto è clinicamente associata ala fibrillazione striale e ventricolare, alla sincope e alla morte cardiaca improvvisa, hanno spiegato i ricercatori.
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, viene definito un disturbo evolutivo dell’autocontrollo.
Questo disturbo include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività.
I problemi derivano dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.
L’ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è neanche il risultato di una disciplina educativa inefficace, non è un problema dovuto alla "cattiveria" del bambino.
L’ADHD è un problema che genera sconforto e stress nei genitori e negli insegnanti i quali si trovano impreparati nella gestione del comportamento del bambino.
Fonte
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